her, il film

Her di Spike Jonze verrà ricordato per tre cose: i dialoghi, le pause e la fotografia.

La cosa davvero pazzesca, in termini di comunicazione, è che nel film i dialoghi sono sempre presenti, e la scena si muove con la loro intensità e la frenesia, con la profondità e la dolcezza. E quando i dialoghi si fermano – come se dovessero riposare anche loro – il film frena bruscamente e quasi si interrompe, concedendo a quella pausa un’importanza sublime. Perché anche le pause comunicano.

La musica, poi, entra in punta di piedi, con pochi e lunghi accordi, che quasi non si notano, perché il pubblico deve avere tempo di riflettere sui significati del film. Continua a leggere

Valentino Rossi fan club

Per la prima volta nella mia vita ho visto vincere Valentino Rossi. Dico con i miei occhi, salire sul gradino più alto del podio e inginocchiarsi davanti al pubblico di Misano. Inginocchiarsi. Mica poco.

Quel gesto è il riassunto di tutta la sua carriera, e al di là di chi lo ama, chi lo odia o chi ne rimane indifferente, al di là di tutto questo c’è una cosa di cui fare tesoro: la professionalità. Continua a leggere

Stoner - John Williams

Ci sono libri che vantano storie avvincenti e personaggi epocali, romanzi che non ti lasciano mai più in pace, storie che ti investono e attraversano, e ti stendono a terra, lasciandoti lì, tremolante, con i brividi e la lingua serrata tra i denti.

Stoner di John Williams non ha niente di tutto questo. Non ha una storia incalzante, di quelle che non riesci ad abbandonare nemmeno per mangiare o per dormire. Non ha personaggi poi così anormali o particolari, niente di caratteristico o straordinario.

Stoner parla di una vita qualsiasi. Opaca e tiepida, senza particolari sapori, odori o momenti esaltanti. È piuttosto la storia di un uomo qualunque e della tragica mediocrità da cui non riesce a fuggire.

Ci sono i leccapiedi, gli egocentrici, i conservatori, gli apatici e gli approfittatori, tutta gente che in un modo o nell’altro si incontra nelle mille pieghe della vita. Il protagonista, William Stoner, è uno di quelli che passano inosservati. Continua a leggere

piadina romagnola - chioco Da Federica, Gabicce Mare

Al chiosco “Da Federica” di Gabicce Mare, è affisso un manifesto che acclama
“No, servizio al tavolo. No cambio soldi per il parcheggio”.
Un biglietto sul frigo delle bibite dice inoltre
“Non aprire, ci vuole il telecomando”.

Quando arrivi la proprietaria non ti saluta, dice solo Prego, e lo pronuncia con il punto, Prego. Continua a leggere

word as image - ji lee

Le immagini valgono più delle parole? Io non credo.
Più delle parole valgono i fatti, secondo alcuni, ma questo è un altro discorso.

In comunicazione, immagini e parole, non si trovano le une contro le altre, giocano piuttosto nella stessa squadra. Ci sono le volte in cui si comunica solo per immagini, grazie a campagne pubblicitarie fortemente espressive, o in altri casi solo con le parole.

A dirla tutta oggi le parole sono anche immagini. Questione di font, di grandezze, di grazie, di punteggiatura e di interlinee. O ancora, l’assenza di immagini è a sua volta una scelta grafica, anche fortissima. Continua a leggere

Sai che a guardarle, certe sere, non mi sembrano poi così lontante? Prima che faccia buio dico, quando il cielo è ancora abbastanza chiaro, che le vedi, lì. Non sembrano mica lontane come dicono.

Pensa se tutte quelle cose che ci hanno sempre raccontato sulla grandezza dell’universo, sulle distanze di anni luce, sui pianeti e tutto il resto, fossero solo una bugia.

Pensa se l’universo fosse invece questo posto in cui ogni giorno camminiamo. Saremmo soli per davvero, qui in questo mondo, e basta. E le stelle, boh, tipo lanterne, o lucciole, appiccicate la, in alto in alto.

vincent van gogh - mangiatori di patate

Uno con il talento di Vincent Van Gogh, oggi, potrebbe lavorare come art director per brand come Mulino Bianco, ad esempio.

Basta guardare il famoso dipinto “I mangiatori di patate”. Ora, io non sono né un intenditore né un critico, ma il pennello denso e furioso di Van Gogh riassume tutti i concetti di grafica e comunicazione che servono per creare l’identità di un brand. Come se 130 anni di storia fossero una manciata di istanti.

Mi ci sono imbattuto cercando immagini rurali su Google, e quando ci ho posato gli occhi davanti ho subito intuito qualcosa di perfetto nella scelta dei colori. Ero tentato a cercare subito una spiegazione dell’opera, ma ho preferito, invece, provare a scriverla, io che in storia dell’arte, come dicevo, non sono granché. Ma per quanto riguarda il messaggio pubblicitario, qualcosina in più la posso dire. Continua a leggere

break the history - Simone Masini fotografo

Cos’è che ci fa desiderare una meta turistica? È la percezione che abbiamo di essa. La percezione.

A me, ad esempio, certe città non mi ispirano. Tipo Parigi. Senza nulla togliere alla capitale dei cugini francesi, ci sono almeno 20 altre grandi città che vorrei visitare prima di finire a Parigi. Città la cui percezione è, nella mia testa, più appetitosa.

Nel mio lavoro capita spesso di dover promuovere una località, un Comune o anche una singola struttura. E tutto sta nell’idea del “promuovere”, che per me è una parola bruttina e preferisco di gran lunga “raccontare”. Raccontare una città. Questo mi piace. È il racconto che costruisce la percezione, che a sua volta diventa desiderio. Continua a leggere