Molte cose sembrano innocenti, e sono invece visual design.
Le cose comunicano, anche le più banali. Solo che non ce ne accorgiamo. Eppure c’è sempre un motivo se sono progettate in un certo modo. Un manifesto pubblicitario, la carta di identità, la sigla di Dexter, solitamente passano inosservate, e invece sono visual design. Ovvero, sono fatte in un certo modo perché devono comunicare una cosa precisa.
Prendiamo la mappa del mondo, ad esempio. Per convenzione, tutte le cartine hanno il continente americano a sinistra, l’Europa al centro e l’Asia a destra. Questa disposizione non è affatto casuale. La Terra è tonda, e quindi una cartina potrebbe iniziare anche con l’Europa a sinistra, l’Asia al centro e l’America a destra. Ma in giro non se ne trovano. Perché?
Perché le mappe sono state create per offrire un punto di vista a chi le usa. Un punto di vista che, secondo l’autore Riccardo Falcinelli, risente della mentalità coloniale e imperialistica ottocentesca, e conferisce alla grande Europa un primato e una superiorità morale. America e Asia le ruotano attorno, come satelliti, e appaiono meno importanti, e persino più piccole di quanto siano in realtà.
L’importanza della centralità delle cose, inoltre, dipende da un concetto tutto occidentale: quello della lettura da sinistra (dove tutto inizia) verso destra (dove tutto finisce).
L’abitudine a leggere da sinistra verso destra comporta conseguenze semantiche anche fuori dai libri: nel cinema spesso se qualcuno va, si sposta verso destra, se qualcuno torna, si sposta verso sinistra (Paperino o i Puffi quando vanno o tornano da qualche parte, rispettano spesso queste direzioni).
La lettura occidentale è fatta proprio così, inizia a sinistra e scivola verso destra, dove le cose finiscono. Quella orientale, in particolare quella giapponese, all’esatto contrario.
Quindi il pugno di Superman è più forte se la vittima sta a destra, quello di Dragon Ball se sta a sinistra.
Ma torniamo alla nostra cartina, abbiamo visto che possiamo scegliere quale continente inserire al centro, ora proviamo invece a rovesciarla sotto sopra. Ecco che l’Europa diventa piccola piccola, quasi un puntino. Mentre l’Asia diventa una super potenza. Dal momento che la Terra è tonda potremmo rappresentarla sempre in questo modo, e invece…
Critica portatile al visual design parla di storie come questa, di come i segni, a volte font o disposizioni grafiche, influenzano il nostro modo di vedere le cose. Scritto con eleganza e raffinatezza, con un lessico colto, attento e mai noioso, questo libro mostra le chiavi di lettura del passato e del presente. Racconta, a dirla tutta, il modo in cui sono progettate le cose del quotidiano, dal catalogo Ikea ad una scatola di tonno.
È quindi un libro, un saggio e anche una guida che insegna a riconoscere la progettazione tecnica e semantica di oggetti qualunque, quelli che sembrano innocenti ma sono, invece, visual design.
Viviamo di impressioni. Tutto quello che ci circonda ci colpisce in un modo o nell’altro, senza che ce ne accorgiamo. Ci muoviamo in base a tutto quello che captiamo, senza neppure saperlo. Ma se cominci a fare attenzione, allora puoi filtrare le impressioni che ricevi, essere consapevole di cosa vuoi fare entrare e cosa invece è meglio lasciare fuori dalla porta e diventare consapevole delle tue scelte.
Buona giornata