Lucciole e lanterne
C’è una croce d’acciaio che ciondola dallo specchio retrovisore, le sta avvolta attorno al collo di plastica regolabile, ciondola a lungo anche a motore spento. E questo non me lo spiego. Accendo e parto, attraverso la notte a fari spenti, guido verso nessun posto e alla fine ci arrivo per davvero. Da nessuna parte. Il luogo ideale in cui fermarsi, spegnere l’auto ma non l’autoradio, con i Pink Floyd a basso volume e la croce d’acciaio che non si ferma un momento. La sensazione è quella di sostare in un luogo mai segnato su alcuna mappa, mai raccontato o indicato. Eppure è qui, nemmeno il Tom Tom ha le idee chiare, eppure io sono qui, dove non arrivano le mappe ma giungo io durante l’assolo di Time e la croce che ciondola con un ritmo ansioso e impreciso. In questa notte le lucciole emanano più luce della luna, un’altra cosa che non mi spiego, ma capisco quanto sia facile nel buio della pianura confonderle per lanterne.
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