Oro in fondo al mare
C’è una nave piena d’oro, una nave piena d’oro e gioielli preziosi, gremita di gente dalla pelle nera senza capitano, senza timone. Marinai che guardano in cagnesco, disarcionati dalla vita e salpati a bordo di una nave zeppa d’oro massiccio. Quasi affonda. Quasi va a fondo. Scompare presto all’orizzonte. Si nasconde in naufragi sottomarini, o in qualche città sommersa, ce ne sarà pure qualcuna, ancora. Imbarca acqua, una goccia al giorno, una sola e mai di più, anche nei giorni di tempesta, una e una soltanto. E per quanto possa pesare una goccia d’acqua salata, una goccia di un mare immenso, di quella lunghezza il veliero affonda. Alba dopo alba. I marinai, neri con la faccia di chi nella vita non ha mai sorriso, vanno a fondo, vanno a picco con tutto quell’oro, tutto quell’oro che non è loro e non sarà mai di nessuno, mai più di qualcuno. Chissà se nelle città sommerse avrà ancora valore. Chissà se quella gente mancherà mai a qualcuno, o a nessuno. Demoni e pensieri in balia di un cavallo d’acqua scura, come un’onda che cavalca e non ascolta, non si ferma e tutto porta via in un denso trascinare.
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