vincent van gogh - mangiatori di patate
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Van Gogh era un pubblicitario

Uno con il talento di Vincent Van Gogh, oggi, potrebbe lavorare come art director per brand come Mulino Bianco, ad esempio.

Basta guardare il famoso dipinto “I mangiatori di patate”. Ora, io non sono né un intenditore né un critico, ma il pennello denso e furioso di Van Gogh riassume tutti i concetti di grafica e comunicazione che servono per creare l’identità di un brand. Come se 130 anni di storia fossero una manciata di istanti.

Mi ci sono imbattuto cercando immagini rurali su Google, e quando ci ho posato gli occhi davanti ho subito intuito qualcosa di perfetto nella scelta dei colori. Ero tentato a cercare subito una spiegazione dell’opera, ma ho preferito, invece, provare a scriverla, io che in storia dell’arte, come dicevo, non sono granché. Ma per quanto riguarda il messaggio pubblicitario, qualcosina in più la posso dire.

È innanzitutto una questione di colori: la prima cosa che colpisce è infatti la predominanza delle trame marroni e verde scuro, colori della terra e della povertà, della fatica e della stanchezza, della polvere e di una certa forma di dignità, espressa, quest’ultima, anche dallo stare insieme, dal guardarsi negli occhi, dai gesti gentili e dalle tazzine da tè ben ordinate – in fila.

I colori sono tutto e interagiscono con gli oggetti. La lanterna apre uno spiraglio di pietà e illumina il centro della tavola e i volti distorti, crea le ombre delle tazzine ed esalta le mani carnose e rovinate dei contadini. Mani le cui dita affondano nella terra.

Poi ci sono gli occhi dei personaggi, scuri, e le espressioni, spente e stanche, e gentili e compassionevoli.

C’è una bambina, di spalle. E il suo viso forse non si vede perché è bello e giovane, e sfigurerebbe in mezzo a tutta quella rovina. Rovinerebbe il quadro. Eppure c’è, come ad indicare una sorta di destino, di futuro e obbligazione.

Questo quadro è una storia. È un dipinto che racconta e si lascia leggere.

È il manifesto di una campagna pubblicitaria, per i prodotti biologici, per gli alimenti che promettono genuinità e per tutti quei brand come Mulino Bianco, appunto, che comunicano il concetto di famiglia e di cose buone “come una volta”.

Sono sicuro che Vincent Van Gogh sarebbe stato un ottimo art director, e magari non avrebbe avuto bisogno di mozzarsi l’orecchio.

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