Cavalieri Digitali – Un’esperienza siciliana
La mia partecipazione a Cavalieri Digitali è iniziata con una bellissima email ricevuta la scorsa primavera. Un messaggio pieno di gentilezza e umiltà, ben scritto e soppesato da Anna Rachele Capolingua. Proprio lei che, fino pochi giorni fa, era solo “un’amica digitale,” una foto profilo, un contatto con cui di tanto in tanto scambiavo commenti e impressioni sui social media. Insomma, con poche righe mi ha chiesto la disponibilità a partecipare come relatore ad un evento coraggioso e nuovo di pacca, qualcosa di inedito in Sicilia.
È bastata la parola Sicilia per convincermi. Poi Anna Rachele mi ha corrotto definitivamente con arancini e qualche foto della location, Capo D’Orlando, che non è proprio un posto bruttissimo…
Sono partito in una notte affogata nella nebbia, e al decollo del mio Ryanair Bologna – Catania era ancora buio pesto, con un freddo boia in allegato. All’atterraggio sono stato accolto da 28 gradi e un sole meraviglioso. La magia del Sud.
Ho noleggiato un’auto e guidato per due ore, attraversando Taormina e Messina, fermandomi solo per un caffè sullo stretto, giusto per dare un’occhiata alla Calabria. Con un ritardo mostruoso ho raggiunto Anna Rachele, il suo ragazzo Federico e il primo relatore arrivato, Alessandro Vercellotti, alias “l’avvocato del digitale” (diventato anche, dopo poche ore, l’avvocato degli arancini e degli aperitivi).
Anna Rachele e Federico ci hanno coccolato già dal “ciao”, portandoci in ristoranti caratteristici e carboidrati-friendly, e riservandoci, soprattutto, stanze meravigliose in un resort da favola. Vista mare, ovviamente. Altro che le classiche bettole con finestra vista muro che ti ritrovi di solito. O meglio, mi sarei accontentato di molto meno, ma a quanto pare sulla cordialità dei siciliani non si scherza.
Cavalieri Digitali
Dopo un pomeriggio di relax e una serata a base di arancini, è arrivato il giorno dell’evento. Non sapevo cosa aspettarmi ma sentivo che sarebbe stato figo. Ero eccitato dal confronto con un pubblico per me nuovo, anche se una lieve incertezza sull’efficacia del mio rustico tono di voce mi orbitava nella mente.
Ad ogni modo, sveglia presto, un’occhiata al panorama, un’ingozzata di aria di mare e un primo caffè con Alessandro Vercellotti (che mi ha anche prestato la sua cera per capelli, FORTE, come riportato sulla confezione).
La location era davvero carina, c’era pure la piscina, così, giusto per inserire una rima inutile in questa frase e suscitare la tentazione di tuffarsi prima di cominciare l’evento (un bel tuffetto di prima mattina non guasta mai, ma non l’ho fatto, perché poi avrei dovuto richiedere la cera a Vercellotti). La location, dicevo. Intima, accogliente, deliziosa. Anna Rachele e Federico hanno pensato a tutto: posizione, capienza, accessibilità, caffè e ristorante interno. Con il loro sorriso luminoso ci hanno accolto e spiegato gli ultimi accorgimenti, e alle 9:45 l’avvocato del digitale ha aperto le danze con un magnetico intervento sui concorsi di Facebook dei quali, a quanto pare, non ci avevo mai capito niente.
Subito dopo è toccato a me, con uno speech di due ore su copywriting e scrittura creativa. Dure ore. Non mi capita mai di avere così tanto tempo a disposizione in un evento pubblico. E questo è stato un vero valore aggiunto di Cavalieri Digitali: di solito, situazioni del genere prevedono molti interventi di breve durata: 20, 30, 40 minuti al massimo. Un lasso di tempo nel quale è davvero difficile approfondire un argomento. Ma questo Anna Rachele e Federico lo sanno bene e hanno deciso sin da subito di lasciarci ben 120 minuti a disposizione.
Tra scrivere e insegnare
I miei 120 minuti sono volati: mi sono divertito da matti, esattamente come ogni volta che mi trovo sul palco e davanti ad un pubblico. E anche in questa occasione mi sono accorto che tra scrivere e insegnare, preferisco insegnare. E di gran lunga. Non che svolgere il mestiere di copywriter mi faccia schifo, no, anche perché, va precisato, se non facessi il copy non avrei nulla da insegnare. Tuttavia, stare dietro la cattedra ha qualcosa di speciale.
Ancora devo abituarmi all’idea che sono a tutti gli effetti un formatore, un relatore, o comunque qualcuno che insegna qualcosa a qualcun altro, perché sulla coscienza ho ancora la bocciatura in terza superiore e tante insufficienze incassate durante il mio percorso di studi. Se a diciotto anni mi avessero detto che sarei finito ad insegnare, beh, mi sarei fatto una grossa risata. E invece ecco la vita, che con una maestosa acrobazia si svela in tutta la sua imprevedibilità.
Persone meravigliose
Come scrisse una preziosa collega qualche mese fa in un bel post di Copy42,
“gli abbracci restano la parte più bella di questa vita”.
È una frase che mi è rimasta nel cuore, perché, effettivamente, sono sempre le persone a fare la differenza, in ogni occasione. E le persone conosciute a Capo D’Orlando sono davvero straordinarie, a cominciare dai relatori della prima giornata formativa: dal vulcanico Fabio Bruno, impegnato nel raccontare le grandi idee made in Sud, all’accademico Francesco Pira, che combatte ogni giorno una battaglia sociale e personale contro le fake news.
In questo paragrafetto dolce e zuccheroso dedico qualche riga di ammirazione e ringraziamento ai relatori del secondo giorno, quelli che non ho visto sul pezzo ma, per fortuna, ho avuto l’onore di conoscere: Alberto Maestri, acuto e lungimirante, con due favolosi orecchini e un look sempre impeccabile; Chiara Landi, simpatica oltre ogni misura, una di quelle persone con cui si comincia subito a ridere e scherzare (e prendersi per il culo senza pietà).
Proprio con loro ho trascorso una fantastica serata, apparentemente poco sobria ma tecnicamente lucidissima. Eravamo solo un po’ stanchi, per il viaggio, il volo, gli interventi e quel filo di ansia da prestazione che non t’abbandona mai.
Ma gli abbracci restano la parte più bella di questa vita.
E anche di questi giorni siciliani.
Di motivi per tornare ce ne sono abbastanza.
Non servono pretesti. Bastano un volo Bologna – Catania e qualche ora di auto. Alla faccia di chi cerca la felicità dall’altra parte del mondo.
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