Gli aggettivi non si riciclano, si buttano nell’indifferenziata
Ci sono alcuni aggettivi che si trovano un po’ ovunque, dagli slogan pubblicitari ai titoli degli articoli di giornale, dai testi degli spot radiofonici al parlato di ogni giorno. Il loro continuo abuso li ha svuotati di fascino e significato in determinati contesti. In particolare, nella comunicazione di oggi sono diventati pressoché inutili e la colpa di ciò è data dalla pigrizia di cercarne di più precisi e adatti. Colpa che si può facilmente attribuire a chi parla e chi scrive – ovviamente per lavoro.
Ma quali sono questi aggettivi? Tra i tanti che mi sono appuntato, ce ne sono sei che proprio non sopporto: efficace, definitivo, pratico, facile, veloce, dinamico.
Efficace
Spesso nei siti web di agenzie di comunicazione si trovano frasi come “Realizziamo strategie efficaci per la tua attività”. C’è davvero bisogno di utilizzare l’aggettivo “efficaci”? Mi viene da pensare che sarebbe assurdo il contrario, perché in fondo quale azienda offrirebbe un servizio inefficace?
Tale aggettivo potrebbe essere utilizzato, invece, per accompagnare prodotti e servizi che solitamente sono rinomati per la loro inefficacia, come ad esempio un prodotto contro i brufoli, o una crema per dimagrare. Ma anche in questo caso, siamo davvero sicuri che non esista un aggettivo migliore?
Definitivo
“La guida definitiva per…”. Iniziano così molti titoli di articoli how to, arricchiti con l’aggettivo “definitivo” perché di guide online ne abbiamo lette così tante che oggi non ne riconosciamo più la qualità. Ci appaiono tutte uguali, per questo chi le scrive avverte il bisogno di utilizzare titoli più adeguati ai nostri giorni. Scrivere “Guida per produrre la birra in casa” andava benissimo fino pochi anni fa, ma oggi risulta apparentemente più convincente scrivere “Produrre la birra in casa: la guida definitiva” (che in passato sarebbe risultato eccessivo e spavaldo). Tuttavia, la domanda è sempre la stessa: “Se la guida non fosse definitiva, sarebbe davvero una buona guida?”.
La combo facile e veloce
L’accoppiata di questi due aggettivi è diventata quasi un’automatismo dell’italiano scritto e parlato di ogni giorno: “Aprire un conto in banca è facile e veloce grazie a…”, “una crema per il corpo facile e veloce da applicare”, e così via. Tale espressione sottolinea che “ci vuole poco tempo, puoi farlo anche tu”. O meglio, “ci vuole un attimo, qualsiasi scemo è in grado di farlo”. Ecco che, allora, capiamo che la sua esatta collocazione risiede in quelle attività solitamente complicate per i più, come cucinare (una ricetta facile e veloce da preparare) o applicare le catene da neve alle ruote dell’auto (facili e veloci da montare). In fondo, aprire un conto in banca non dovrebbe essere sicuro e fruttuoso prima di facile e veloce?
Dinamico
“Cerchiamo persone dinamiche”.
Ogni volta che leggo questa richiesta negli annunci di lavoro mi viene sempre da sorridere. Chi sono e cosa fanno le persone dinamiche? Quali sono le differenze rispetto alle persone non dinamiche? Nel mondo del lavoro, un individuo è dinamico quando:
- non dorme in piedi;
- riesce a muovere autonomamente braccia e mani;
- si dimostra volenteroso nei confronti del lavoro;
- svolge i compiti assegnati in modo abbastanza rapido;
- si adatta senza lamentarsi particolarmente ai cambiamenti improvvisi;
- dimostra una certa capacità nella risoluzione dei problemi.
In sostanza, “Cerchiamo persone dinamiche” è un modo elegante di dire “No scalda-sedie”. Quindi, ha davvero senso specificare che la figura professionale debba essere dinamica? Chi lo vorrebbe mai uno scansafatiche? Non sarebbe meglio richiedere una caratteristica davvero rilevante per il posto di lavoro offerto?
L’aggettivo dinamico risultata particolarmente utile quando si parla di pagine web, che a loro volta si differenziano tra pagine statiche e pagine dinamiche (non perché le une siano più sveglie delle altre).
Mi rendo conto che non è poi così semplice uscire da questi cliché ormai troppo presenti nella comunicazione italiana, ma il buon vecchio dizionario è un fedele alleato di chi ogni giorno scrive per lavoro. Esiste appunto il Dizionario delle collocazioni, un vero e proprio assistente linguistico che suggerisce verbi, aggettivi e avverbi da collocare accanto ogni parola: ho letto un bel libro o un libro avvincente? Ho scritto una buona relazione o una relazione esauriente? Cose del genere.
Sfogliando un qualsiasi dizionario si trovano centinaia di aggettivi più eleganti, precisi ed efficaci (!) che migliorano notevolmente il linguaggio. È perciò importante cercarli e soppesarli per arricchire la propria comunicazione con termini che non puzzano di riciclato, perché
gli aggettivi non si riciclano, si buttano nell’indifferenziata.
Anche gli aggettivi precipitano nell’indifferenza dell’automatismo.