Scrittura creativa nel settore bancario: quanto si può osare?

Qualche settimana fa ho tenuto una lezione per Cassa Centrale Banca, un importante Gruppo Bancario Cooperativo. Per scrivere preparare il discorso sono partito proprio dalla domanda “Quanto si può osare con la creatività nel settore bancario?”. Ho cercato di immaginare un limite invalicabile, quello della comunicazione convenzionale, dove tante banche danno ordini al proprio pubblico:

  • apri il conto;
  • scegli una banca solida;
  • scegli la trasparenza;
  • entra in [nome banca];
  • e bla bla bla.

Che ok, va bene, ci può anche stare. Mi chiedo solo se si possa cambiare registro, o tono. Comunicare diversamente, uscire dalle strade battute e tentare qualcosa di più ironico, irriverente, aggressivo, seducente, qualsiasi cosa, purché differente dal solito.

Insomma erano questi i dubbi su cui ho costruito la lezione. Ci ho ragionato fino a notte fonda, in una stanza del Madison Hotel di Milano, prima di esportare le slide e inviarle alle mie referenti della banca. Il mattino seguente ho raggiunto la sede di Cassa Centrale Banca al quinto piano del Palazzo Feltrinelli Porta Volta (detto anche “Piramidi in vetro di Herzog”), un edificio in vetro e cemento a forma di “prisma allungato” –  così almeno è stato definito, da Google.

Scrittura creativa per il mondo cripto

La provocazione più azzardata, quella che non mi ha fatto dormire la notte precedente, è questa: scrivere titoli creativi per descrivere in modo semplice il mondo delle criptovalute, tema complesso e parecchio discusso nel settore bancario.

Da qui l’idea per iniziare un processo di scrittura creativa: dire sempre quello che si pensa. Soprattutto se ci mette in imbarazzo. Se ci precludiamo il lusso di scrivere ciò che pensiamo, in cambio di una strada più facile e democratica, scriviamo cose banali. Se invece diamo la precedenza al nostro pensiero, senza temere giudizi esterni, immediatamente partiamo da una base meno scontata e più… creativa!
Creativa perché è nostra, unica e personale, potenzialmente originale. Ognuno ha la sua, per questo vale la pena scriverla.

Ad esempio, io manco so cosa siano le criptovalute, e da questa mia mancanza inizio a scrivere.

Prima bozza di headine: Cripto-cosa?

A questo è necessario continuare la frase, o aggiungere una sub-headline, in questo modo:

Cripto-cosa?
Facciamo chiarezza.

È già un messaggio pubblicitario. Non credi?

Posso migliorarlo, cambiarlo e adattarlo a mio piacimento, ecco altri esempi:

Cripto-cosa?
Le criptovalute spiegate in modo non criptato.

O anche

Cripto-cosa?
Le criptovalute spiegate senza messaggi criptati.

Quest’ultima frase potrebbe funzionare anche da sola: Le criptovalute spiegate senza messaggi criptati è a tutti gli effetti un possibile headline. Manco male.

Bisogna continuare a scrivere, seguire il flusso iniziale fino a quando le idee non si esauriscono. In questo caso, ho scritto anche:

Il segreto per guadagnare con le criptovalute è criptato, ma noi te lo spieghiamo.

O ancora

Blockchain non è il nome di un Pokémon,
è un registro digitale condiviso, immutabile, sicuro e trasparente.

Eccetera, eccetera.
Certo, non posso usare la parola Pokémon in una campagna pubblicitaria, lo so bene, ma in una bozza sì, posso farlo eccome, anche solo per comunicare al cliente fino a dove ci si può spingere.

Se si può azzardare una scrittura nuova e un tono differente quando si parla e si scrive di criptovalute e blockchain, ti assicuro che si può fare la stessa cosa anche quando si parla di mutui, conti, prestiti, assicurazioni e fedeltà.

Conclusioni

Non avere paura di scrivere quello che pensi. Non mettere freni alla tua scrittura creativa, nemmeno se lavori per una banca o in un settore super serio. C’è sempre spazio per scrivere qualcosa di inedito. Non per forza ironico, potrebbe essere, che ne so, anche drammatico, allegorico, didattico, nostalgico, epico. Quello che vuoi. Che ti senti, e che sta bene addosso al brand.

Lascio il Palazzo Feltrinelli Porta Volta con il sorriso e un nuovo carico di esperienze ben chiuse nello zaino, e nel cuore. Spero di tornare presto in questa struttura di vetro e sogni ambiziosi, anche solo per risfoderare il mio Macbook Air tra le scrivanie di Microsoft.