Invention – A life, di James Dyson
Mi sono appassionato alla biografie. Pensare che le ho sempre odiate. Non so per quale motivo ma fino ad un paio di anni fa le odiavo. Sono state quelle di Michael Jordan e Andre Agassi a farmi cambiare idea, e non perché siano biografie di personaggi dello sport, ma perché sono profonde e scritte bene: vanno ben oltre il racconto cronologico della persona (soprattutto “Open” di Agassi, se non l’hai ancora letta, leggila, anche se di tennis non te ne frega niente).
Così sono arrivato alla biografia di James Dyson, inventore del famoso aspirapolvere. Ora, io un aspirapolvere Dyson ce l’ho e confesso che mi ha cambiato e salvato la vita casalinga. Ero dunque curioso di capire come fosse nato un prodotto che amo da impazzire e, accidenti, ho scoperto una storia pazzesca!
5127 prototipi
Innanzitutto il primo aspirapolvere Dyson messo in commercio è il prototipo numero 5127. Esatto, significa che prima ci sono stati cinquemila centoventisei tentativi. Come in molti casi di successo dei grandi inventori, il prodotto nasce dal riconoscere un problema a cui le persone non badano.
In questo caso il problema è apparentemente invisibile: i comuni aspirapolvere hanno il sacchetto. Un vero difetto, secondo l’autore, perché il sacchetto va periodicamente cambiato (quindi è una spesa) e non si riempie mai del tutto (è pure inefficiente). Da questa constatazione nasce l’idea di creare un aspirapolvere privo di sacchetto e con molta, molta più forza aspirante di ogni altro aspirapolvere in commercio. Sembra una cosa folle, quasi stupida, ma i numeri e la storia raccontano il contrario.
Gli altri progetti di James Dyson
L’aspirapolvere senza sacchetto, diventato poi anche senza filo, è solo una delle tante invenzioni di James Dyson: nel libro trovano spazio storie di altri prodotti geniali, come la carriola “Ballbarrow” e il watercraft “Sea Truck”, due idee pazzesche che non hanno fatto la storia come l’aspirapolvere. C’è poi un capitolo dedicato all’automobile elettrica Dyson, progetto che non ha mai visto la luce e che è costato una fortuna. Un fallimento, di quelli così grossi che ti viene voglia di gettare la spugna e mandare tutto al diavolo. Tuttavia, la progettazione di un’auto ha permesso all’azienda di scoprire e costruire nuove cose per migliorare gli altri prodotti dell’azienda (come le lampade da tavolo e da pavimento, nate dallo studio dei fanali dell’automobile).
La tecnologia di base
Il mio capitolo preferito si intitola La tecnologia di base, dove Dyson confessa come l’asciugacapelli “Supersonic”, l’asciugamani “Airblade” e il purificatore di aria “Air Pure Hot + Cool” abbiano tutti la stessa tecnologia ciclonica di base.
Non ho mai voluto che la Dyson producesse solo aspirapolvere. Il ciclone fu la prima delle nostre tecnologie di base a essere applicata a un prodotto che, guarda caso, era un aspirapolvere. L’ho sempre considerato il nostro primo passo. Da allora ci siamo concentrati sulla creazione di tecnologie fondamentali intorno a cui costruire prodotti migliori in campi sempre più numerosi, senza mai darci per vinti man mano che procedevamo e crescevamo.
Cosa mi rimane nel cuore
L’audacia, la cocciutaggine, il riconoscere problemi invisibili e risolverli con idee geniali, l’intuito, la capacità di abbandonare progetti destinati a non decollare mai.
“Invention – La mia storia” parla proprio di questo: invenzioni, fallimenti, lampi di genio e sogni nel cassetto che, ad un certo punto, da quel cassetto riescono a fuggire e si trasformano poi in prodotti incredibili.