Il centro è un posto speciale
Nel gioco delle freccette, il centro del bersaglio è il posto che permette di ottenere il punteggio più alto. Nel Cenacolo di Leonardo Da Vinci, Gesù è seduto al centro della tavola. Una partita di calcio inizia con la palla a centro campo, e lì la si riporta dopo ogni gol segnato. In qualunque contesto, il centro ha un posto speciale nella nostra immaginazione, nel nostro modo di pensare e nelle prospettive da cui scegliamo di guardare il mondo. Il centro è qualcosa di cui abbiamo sempre bisogno, e lo andiamo a cercare, quasi per imporre un equilibrio alle cose, forse pure alla vita. Un centro, ci serve.
Il centro nel visual design
Quando metti una cosa al centro di un layout lo fai perché vuoi mettere in evidenza proprio quella cosa lì. Stai dicendo “guarda qui”. Quando si progetta un manifesto, o una pagina web, si valuta sempre il punto centrale del visual come uno dei punti di bilanciamento. Se qualcosa non è al centro, di solito, c’è un motivo preciso, o un problema. In “Immagini VS Parole” scrivo:
“Google è una perfetta raffigurazione dell’idea di ordine. Analizziamo la sua home page, così semplice ed esaustiva, caratterizzata dal solo logo del brand, al centro, e la barra di ricerca appena sotto. La versione desktop è tutta lì, eccetto qualche link invisibile […]. Le cose importanti stanno al centro: il logo e la barra di ricerca, ovvero “chi sono e cosa posso fare per te”. Non a destra, non a sinistra, non in alto e nemmeno in basso. Al centro del monitor. Quello è un posto speciale che nella nostra immaginazione gode di un certo prestigio. C’è qualcosa di solenne, nel centro, un senso di compiutezza e simmetria. Come se gli elementi che gli gravitano attorno fossero secondari, o conseguenze. Da qui le espressioni “essere al centro dell’universo” e “sentirsi al centro dell’attenzione”, o l’innata curiosità di conoscere cosa si cela al centro della Terra. Nella storia dell’arte il centro è un modello, e la prospettiva centrale incanala l’attenzione verso il punto esatto in cui si incrociano le diagonali.”