Storie di oggetti
È da qualche mese che ragiono sul creare una rubrica mia. Magari utile, o divertente. Ma niente, zero idee. O meglio, qualcosa m’è venuto in mente, ma poi mi conosco, non sono bravo a portare avanti progetti impegnativi a lungo termine. Una rubrica sul mio mestiere, o sulla vita da freelance, sulla scrittura professionale, cose del genere, non fanno per me. In più c’è chi ne parla da tanto (pure bene) e non trovo il motivo di intraprendere una strada già battuta.
Così, come spesso mi capita quando devo liberare la mente, inizio a spostare e ordinare alcuni oggetti della casa, di solito quelli a cui sono più affezionato. I libri, i dischi, le scatole in cui tengo i miei cimeli. Proprio lì dentro ho trovato una banconota da mille lire. Mi ha ricordato il mio nonno Angelo: quando ero bambino, ogni domenica lui pranzava a casa mia e regalava mille lire a me e mio fratello. Ad un certo punto iniziò a darci il doppio, duemila lire ogni domenica. Non mi chiedevo il perché, ero contento e basta, in fondo, ero un ragazzino. Poco dopo mio nonno se n’è andato. E ora intuisco che la scelta di raddoppiare la paghetta, forse, era il suo modo di dirci addio. Angelo era una persona molto attaccata ai soldi.
Insomma ho pensato questo guardando una banconota da mille lire. Quella con Marco Polo. E ne ho pubblicato un tweet, senza troppe pretese. Questo:
[Storie di oggetti]
— Davide Bertozzi (@davidebertozzi) January 20, 2021
Mio nonno Angelo se n'è andato presto. Ero bambino. Ricordo che ogni domenica, a pranzo, mi regalava mille lire. Nel suo ultimo anno di vita me ne regalava duemila. Forse quello era il suo modo di salutarmi. pic.twitter.com/gnyZBWO6ZV
Mi è sembrata una bella cosa. Da ripetersi. Magari una volta a settimana. Ecco la rubrica che cercavo. È leggera, spensierata, non richiede particolare impegno e mi aiuta a fare ordine tra i pensieri e misurare il legame con certi oggetti.
Una rubrica su Twitter
Il primo tweet l’ho pubblicato mercoledì 20 gennaio, senza alcun hashtag; non sapevo che mi sarei lasciato prendere la mano. Il secondo l’ho pubblicato di venerdì, e mi è piaciuta l’idea di scrivere nell’ultimo giorno della settimana. Dal terzo in poi ho mantenuto la cadenza del venerdì e aggiunto l’hashtag #StorieDiOggetti. Ho insomma capito che mi sarebbe piaciuto andare avanti. Ed eccomi qui.
Prometto che farò di tutto per mantenere costante questo appuntamento, almeno per un anno, poi si vedrà. E magari di tanto in tanto aggiungerò i tweet in questo articolo, così, per avere un best off, o un back up. Ad ogni modo, Twitter mi sembra il posto più adatto. Non ho dati alla mano, è solo una sensazione; ma nulla mi vita di portare il progetto anche su Instagram (in effetti ci sto seriamente pensando ma non ho ancora preso una decisione a riguardo).
Vale qualunque oggetto: roba del passato e del presente, ma solo se evoca un ricordo importante, forte, triste, nostalgico, felice, folle. Nei primi tweet ho scelto la banconota da mille lire, lo zaino Invicta che usavo alle elementari, il video gioco di Street Fighter 2 Turbo, la Sony Playstation è pure una bustina di lievito (per ricordare gli assalti al supermercato ad inizio pandemia).
Se ti va di aiutarmi in questa impresa, l’hashtag è #StorieDiOggetti. Va bene ogni social, Twitter, Instagram, Facebook, LinkedIn, scegli tu il posto più adatto. Segnalamelo se vuoi, con un messaggio, un tag o quello che preferisci. Io sarò pronto, ogni venerdì, con le mie storie di oggetti.
Altre storie di oggetti
#StorieDiOggetti
— Davide Bertozzi (@davidebertozzi) February 5, 2021
Primi anni ’90. Tanta roba. Andavo alle elementari e tutta la mia vita, fatta di quaderni, pennarelli e musicassette, pulsava dentro questo Jolly Invicta Pro. Avanzava abbastanza spazio per i sogni di un bambino. pic.twitter.com/eyzxMwKTjw
#StorieDiOggetti
— Davide Bertozzi (@davidebertozzi) February 19, 2021
Il suono di accessione della prima Playstation accorciava le distanze tra la mia cameretta e il futuro. pic.twitter.com/PA6UUlinLf
Negli anni '90 collezionavo Swatch. Li volevo di tutti i colori e tutti i modelli. Un giorno ne ho comprato uno con cui potevo anche fare il bagno al mare. C'era scritto "impermeabile". Così l'ho testato sotto la doccia e si è riempito d'acqua. #storiedioggetti pic.twitter.com/Cn9zhpS0LM
— Davide Bertozzi (@davidebertozzi) March 5, 2021
Ora tocca a te, inviami le tue storie di oggetti
Usa l’hashtag #StorieDiOggetti su Twitter, Facebook, Instagram, dove vuoi. Fallo se ti va, quando ti va. Se vuoi, segnalamelo, via email o sui social, si sa mai che alla fine ne faremo una bella raccolta.