Ad Astra

Il libro aziendale di Universal Pack

Per festeggiare i sessant’anni di attività, Universal Pack ha deciso di regalarsi un libro. Ma non un libro documentario per autocelebrare i propri successi, piuttosto, un libro scritto per le persone che ogni giorno lavorano in azienda, e “fanno” l’azienda. Un libro per i dipendenti. Non è una cosa che capita tutti i giorni, di solito progetti simili vengono creati per ricevere cuoricini e apprezzamenti dai clienti; invece Universal Pack ha scelto una strada più nobile, e sono davvero grato di aver preso parte al progetto. E io, a farla breve, l’ho scritto.

Di cosa si occupa Universal Pack?

Universal Pack crea macchine imbustatrici e linee di confezionamento. Probabilmente hai aperto decine e decine di volte prodotti creati con le macchine Universal Pack: la bustina monodose di maionese, o di crema per il viso, quella di formaggio grattugiato, lo stick con dentro la micro dose di energy drink che bevi quando fai sport, o più semplicemente la bustina di zucchero che scarti quando bevi un caffè al bar. Ecco, il packaging di quei piccoli prodotti lì, viene creato, stampato, riempito, chiuso e inscatolato con una sola grande macchina (una linea), che in moltissimi casi è creata da Universal Pack.

Un concept book

“Ad Astra” non è un libro di solo testo. È un progetto di immagini e parole, molto visivo, pieno di fotografie di ieri e di oggi, illustrazioni, grafiche e citazioni. Per creare un prodotto omogeneo, serve una linea guida che definisce un’identità: un concept. Prendendo spunto dalla parola “universale” presente nel nome, ne ho espanso il significato collegandolo al campo semantico dello spazio, delle stelle e dell’universo in generale. Ho così analizzato i libri aziendali di grandi brand internazionali (tra cui Lego, Netflix, Dyson, The British Museum e Bic) e letto saggi e romanzi sul tema per immergermi totalmente nel mood (tra questi: “Orbital”, “L’universo elegante” e “Breve storia dei buchi neri”). Ma è soprattutto nel libro “The NASA Archives” che ho trovato la principale fonte di ispirazione: precisamente, ho pensato che creare un collegamento visivo con le Missioni Apollo, iniziate proprio negli stessi anni (i ’60) in cui è nata Universal Pack, potesse essere una buona idea. E così è stato.

Il titolo “Ad Astra”

Il nome è un tributo alle Missioni Apollo, dicevo, e in una delle toppe del programma NASA si trova una nota frase in latino: “Ad Astra per aspera semper exploro”.

Sulla prima delle due alette del libro, ho scritto questo:

“Ad Astra” è una locuzione latina che risuona di ambizione e superamento, letteralmente: “verso le stelle”. È un titolo non casuale, che invita a muoversi attraverso le difficoltà, le asperità del percorso, verso vette sempre più alte. Che poi, è la storia di Universal Pack. Dalla piccola officina all’impresa industriale; da un tempo in cui la meccanica era arte e ingegno ad un presente che vive di tecnologia, scienza e dati; dal vecchio secolo al nuovo millennio, quanta strada è stata fatta! Questo libro ne racconta i frammenti e gli aneddoti che si sono susseguiti durante il percorso. È la storia di come la fiducia nelle persone e la capacità di trasformare le intuizioni in realtà, abbiano permesso a Universal Pack di navigare nell’universo del packaging e raggiungere le stelle. Per aspera, ad astra. Buon viaggio.

La tabella di marcia

Il progetto è iniziato in un grande cartellone su cui ho applicato il metodo kanban. Ho suddiviso il foglio in colonne per dividere i periodi storici dell’azienda e mettere in ordine idee, storie, citazioni, e definire lo stato dei lavori (fatto, da fare, completato, eccetera). Quel cartellone è stato la mia guida per tutti i mesi di produzione.

Le fasi di scrittura

Sono stati necessari parecchi incontri per capire esattamente cosa fa l’azienda, e come lo fa. Le figure di Andrea Grini e Gabriele Leardini si sono rivelate fondamentali, altrimenti non ci avrei capito granché. Dopo l’infarinatura generale sono passato alle interviste: indispensabili! È stata una delle fasi più gratificanti dell’intero progetto, un po’ perché amo chiacchierare, un po’ perché confrontarsi con persone che hanno creato e fatto crescere un brand così importante nel settore del packaging, non capita di certo tutti i giorni. Ho imparato molte cose sul lavoro, sul fare impresa e sulla gestione del personale. Dalle interviste sono usciti aneddoti incredibili (quasi tutti riportati nel libro), e citazioni che mi hanno emozionato, come queste:

“Quando mi guardo indietro mi chiedo come abbia fatto a passare così in fretta, il tempo intendo. Ho fatto molte cose, di quasi tutte vado fiero. Di altre, beh, si sbaglia ogni tanto nella vita. Me ne ricordo parecchie, non tutte. Alcune le ricordo nitidamente, altre non so bene se siano capitate per davvero, chissà. Succede, quando passa così tanto tempo”.

– Gino Donati

“L’ultima cosa che voglio lasciare ai miei figli è un esempio sbagliato. La fortuna va e viene, ma la volontà di non mollare e di darsi sempre da fare la devi maturare dentro di te, e quella cosa ti salverà sempre. Con il mio lavoro, con le tante ore che trascorro qui dentro, vorrei trasmettere proprio questo: stringi i denti, non mollare mai, se hai un problema, affrontalo. E datti da fare. Perché se ti dai da fare, qualcosa fai”.

– Pietro Donati

Ancora fumante di stampa, è stato presentato alla cena organizzata per festeggiare i 60 anni di Universal Pack, e regalato ad ogni invitato. Un momento davvero stupendo e (per molti) inaspettato. Non capita tutti i giorni di collaborare con aziende che si impegnano in progetti così ambiziosi e complessi per il proprio staff. Tanti applausi per Universal Pack. Ad Astra, per aspera.