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Non è che mi piaccia proprio tutto della notte. Si, ha il suo fascino, senza dubbio. C’ha le stelle, e quelle appaiono solo nel buio, e la Luna, anche se lei ogni tanto fa capolino pure di giorno, credo per colpa del sole che la illumina in qualche modo. No, non è di quel modo lì che scrivo, ma piuttosto di ciò che della notte detesto. Perché nel suo palinsesto fatto di neon accesi, lucciole che si fingono lanterne e cosce nude sulle strade, trasforma quanto di più raffinato in orrore. Le farfalle, ad esempio, le farfalle notturne mi fanno quasi schifo, sono farfalle ma senza colore, e quando volano fanno un gran baccano, approfittano dei silenzi notturni, che fanno quasi paura, sia le farfalle che i silenzi. Il loro sforbiciare d’ali mi fa temere che anche gli angeli, di notte, debbano fare un gran casino quando si librano il volo. Gli angeli volano alti ma il loro ricordo precipita come una pioggia di piombo, e tingono di catrame e oscurità ogni tentativo di fuga e di abbandono. Ecco il nero, e le ali delle farfalle. E le stelle lontane apparire.

Votare è un dovere, un diritto. E tutto quello che ne consegue è effettivamente qualcosa di importante che ha più o meno a che fare con il volere, e il potere. Votare è in alcuni casi il gesto che da il senso alla giornata degli uomini soli. Di certi uomini soli. Che seduti sulla poltrona davanti alla tv un po’ spenta un po’ accesa controllano lo scorrere del tempo con il palinsesto televisivo e i programmi che si susseguono e rincorrono, ma mai si raggiungono e mai s’incontrano, passano uno alla volta e mai assieme, in una triste e buffa solitudine.

Certi uomini soli nel giorno delle elezioni indossano l’abito migliore, scelgono persino il cappello più adatto per l’occasione, solitamente dalla trama scura e tenebrosa, che nasconde dietro al velluto buio gli occhi e lo sguardo. Stringono forte tra le mani la scheda elettorale, la leggono e la rileggano, cercando di ricordare ogni data timbrata al suo interno. Cercando di rianimare un flashback di tutti quei giorni così simili e lontani. E pensare a quel singolo momento in cui si trovano ora, a come sia stato possibile arrivare sino a li, e superare tutto quel dolore e quella fatica, quel sudore e quei tormenti, le voci e gli avvenimenti, uno per volta in fila e a ripetizione, come i programmi televisivi. Votare è l’unico impegno della giornata, e in quell’azione c’è un certo orgoglio e una certa importanza di un singolo gesto, e tutto il resto, poi, conta ben poco.