Non è che mi piaccia proprio tutto della notte. Si, ha il suo fascino, senza dubbio. C’ha le stelle, e quelle appaiono solo nel buio, e la Luna, anche se lei ogni tanto fa capolino pure di giorno, credo per colpa del sole che la illumina in qualche modo. No, non è di quel modo lì che scrivo, ma piuttosto di ciò che della notte detesto. Perché nel suo palinsesto fatto di neon accesi, lucciole che si fingono lanterne e cosce nude sulle strade, trasforma quanto di più raffinato in orrore. Le farfalle, ad esempio, le farfalle notturne mi fanno quasi schifo, sono farfalle ma senza colore, e quando volano fanno un gran baccano, approfittano dei silenzi notturni, che fanno quasi paura, sia le farfalle che i silenzi. Il loro sforbiciare d’ali mi fa temere che anche gli angeli, di notte, debbano fare un gran casino quando si librano il volo. Gli angeli volano alti ma il loro ricordo precipita come una pioggia di piombo, e tingono di catrame e oscurità ogni tentativo di fuga e di abbandono. Ecco il nero, e le ali delle farfalle. E le stelle lontane apparire.
DAVIDE BERTOZZI STUDIO
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