Scrittura per hotel: personalizzare il segnaporta

Circa un anno fa ho preso parte al progetto di comunicazione di Mamaco, una “luxury & experience guest house” nel centro di Foggia. Io non c’ero mai stato, né a Mamaco, ne in una struttura simile, né tantomeno a Foggia.

A coinvolgermi nel progetto è stato Gianluca di Santo (per gli amici #disantosubito), spiegandomi chiaramente la necessità di costruire un tono di voce intenso, elevato ed esclusivo, e di lavorare a testi, titoli, microcopy e dettagli, soprattutto i dettagli. In questo articolo scrivo proprio di uno di questi, un dettaglio, apparentemente una cosa da poco, facile da creare, ma difficile da trovare personalizzato negli hotel, qualunque tipologia di hotel.

Mamaco, dicevo, pieno centro di Foggia

A distanza di un anno, ci ho soggiornato per davvero. È stato sempre Gianluca a rendere la cosa possibile, ed è stato incredibile vedere e toccare un progetto così ambizioso e curato. Non è un B&B qualunque, è piuttosto un luogo d’arte, una collezione di espressioni, un virtuosismo di architettura. Un posto che si erge sulla cura e la personalizzazione di ogni oggetto, ogni parete, ogni materiale. La comunicazione non poteva essere da meno.

Così, oltre alla costruzione del marchio, al progetto di web design, alla fotografia e alla scrittura dei testi, abbiamo lavorato sui singoli messaggi che vengono rivolti all’ospite. Biglietti sul letto, nel cestino della colazione, e persino il segnaporta, dove abitualmente troviamo scritto “non disturbare”.

Gianluca ed il suo staff hanno preparato e personalizzato la fustella, curandone il design e coordinandolo con l’immagine del brand. La scelta di sostituire il testo “Non disturbare” era inappellabile: serviva qualcosa di più caloroso e personale, qualcosa di piacevole per l’ospite. Un consiglio che mi sento di dare a chi gestisce la comunicazione di un hotel o struttura ricettiva:

se puoi scrivere qualcosa di significativo per il tuo pubblico, fallo, sempre.

Inoltre ho sempre pensato a quanto sia scortese comunicare al personale delle pulizie “non disturbare”; si tratta pur sempre di gente che fa il proprio mestiere, mica disturba. Così ho scritto qualcosa di più gentile:

Sto ancora sognando, non svegliarmi

Sul retro, invece, c’è un invito, Entra pure. Sempre una questione di gentilezza.

Sembra una cosa da niente, e invece è una coccola, un’attenzione extra, un voler personalizzare ogni elemento della struttura. È anche un gesto di cura e attenzione verso chi ci commissiona il lavoro. E a me, questa cosa, piace da morire.

Credits

Agenzia: Gianluca di Santo
Creative director: Gianluca di Santo
Copywriter: Davide Bertozzi
Fotografia: Gianmaria Pironti