DiviDiRimini - foto di Marco Morosini

I bagnini di ieri e di oggi

Qualcuno dice che non ci sono più i bagnini di una volta. Che quelli di oggi sono troppo fighetti e muscolosi e non hanno la pazienza del vento. Io invece più li guardo più mi convinco che una piacevole forma di corrosione li farà diventare esattamente come i bagnini dell’immaginario romagnolo. Di quelli che sanno sempre che tempo fa anche senza consultare il barometro. Quelli che non si spalmano mai la crema solare e tuttavia non si scottano mai, vai a capire il perché. Bagnini che hanno il volto scalfito da profonde rughe e pieghe della vita che nascondono i segreti delle maree e delle correnti. Quasi tutti hanno la pianta del piede ben larga che gli consente una forte stabilità su qualunque terreno, dal pavimento di casa alla sabbia e agli scogli. Una pianta così larga, quasi fosse una pinna.

I bagnini di oggi, soprattutto quelli più giovani, mancano forse dell’aspetto più calmo e temprato dei loro predecessori. Ma è solo questione di tempo. Di stagioni. Mareggiate. Cocomero e colpi di reni, bracciate sui mosconi e sabbia negli occhi. Prenderanno presto la forma della gente di mare e questa mutazione è fatta di singoli momenti. Uno di questi, che arriva per tutti e talvolta si ripete di anno in anno, li colpisce mentre se ne stanno seduti sulla loro sedia (di quelle con la scritta “bagnino” sullo schienale): ad occhi aperti, si immaginano un’onda anomala e improvvisa, devastante, talmente violenta da inghiottirsi tutti i turisti e pure le brandine e i pedalò. Magari in un giorno di bonaccia, così, d’improvviso, sparisce tutto. Poi sbattono le palpebre e tutto passa, era solo un pensiero violento.

Bagnini - foto di Marco Morosini

Le giornate sono roventi, a volte interminabili, e la clemenza del vento del nord è timida quanto la pioggia. Sotto l’ombrellone i bagnini aspettano l’allungarsi delle ombre e il colore del sangue nel cielo (una volta ho sentito un anziano dire “colore del vino”), si alzano con presa sicura sulla sabbia e la postura incurvata. Chiudono tutti gli ombrelloni e si voltano dalla parte in cui tramonta il sole, come per dargli un appuntamento al mattino seguente, una sorta di promessa.

Di tanto in tanto scendo in spiaggia poco prima di sera solo per osservare quel momento. Mi piacerebbe davvero capire cosa gli dicono, al sole o al cielo o a che ne so, mi piacerebbe capire come si riesce a fare una promessa del genere, e cosa si prova il mattino seguente quando viene mantenuta.

Foto di Marco Morosini – DiviDiRimini

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