oche Moncler
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La vendetta delle oche

Moncler può presentare tutte le giustificazioni che vuole, ma ormai ha perso. Può esporre denuncia e può stravincere ogni causa. Ne uscirà comunque perdente. Ma a vincere la battaglia non è Report, che tuttavia ha messo in luce una realtà nota a molti ma ignorata da molti di più.

I veri vincitori sono tutti gli altri brand che si comportano come Moncler, che hanno dalla loro la fortuna di non essere stati beccati, e ora hanno il tempo per coprire i loro imbrogli e passare addirittura per santi, improvvisandosi grandi amici degli animali.

I vincitori sono anche tutti quelli che prendono la palla al balzo promettendo prodotti realizzati in pieno rispetto della natura. E non solo: molte case editrici hanno già messo in sconto libri di ricette vegetariane; i brand di prodotti vegani incrementano gli investimenti pubblicitari; gli animalisti alzano il tono di voce; e quelli come me, invece, scrivono. Questi sono i veri vincitori.

Nel frattempo Moncler precipita in borsa, e questa è forse l’unica vendetta delle oche, che restano tuttavia imprigionate nelle stesse gabbie, vittime di un destino invariato: diventeranno cappotti, proprio come le tigri diventano tappeti, i rinoceronti medicine e gli elefanti oggetti di souvenir. Il tutto in nome degli interessi delle lobby e di vai a capire cosa.

Non che dietro alla bistecca che abbiamo nel piatto ci sia una storia più felice. O dietro alle scoperte scientifiche non ci sia un massacro di altri animali. Fa pensare, in proposito, che il servizio di Report sia andato in onda poche ore prima dell’anniversario di Laika, primo cane nello spazio, protagonista, va detto, di un viaggio senza ritorno.

L’uomo si è proclamato padrone delle creature intellettualmente più deboli, e in nome di questa superiorità decide per la loro sorte, da sempre. L’uomo si è autoproclamato Dio. E si comporta con gli esseri più deboli nello stesso modo in cui crede che Dio si comporti con lui.
Con la differenza che Dio non è quotato in borsa.

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